L’articolo del mese: Volvariella bombycina
Appartenente alla famiglia delle Pluteaceae, è specie saprofita tipica delle marcescenze del legno di alcune latifoglie, non di rado cresce all’interno di cavità presenti su tronchi di piante ancora vive, talvolta a terra in presenza di residui legnosi in decomposizione. È caratterizzata da un velo generale con tonalità bruno marrone scuro su fondo biancastro, marezzato, tipicamente maculato, talvolta screpolato.
Il cappello, che può raggiungere anche i 20 cm di diametro, si presenta, feltrato, peloso, fibrilloso, nei giovani esemplari tipicamente ricoperto da ciuffetti di colore giallo, ovoideo, campanulato per poi distendersi a maturità pur mantenendo un portamento sub-acuto e mai completamente spianato, talvolta con presenza di un umbone ottuso.
Imenio a lamelle fitte, dapprima biancastre poi via via sempre più rosa a causa della maturazione sporale in massa, presenza di lamellule.
Il gambo è slanciato, sodo, carnoso, cilindrico, biancastro, caratterizzato dalla presenza di una volva membranosa, ocracea, ampia e alta.
La carne è bianca, con odore simile a quello del ravanello e sapore grato.
Si tratta di un bellissimo fungo dall’elegante cappello lanoso che cresce dall’estate all’autunno e che può manifestarsi con crescita singola o, talvolta, gregaria, con esemplari vicini che danno vita a suggestivi spettacoli. Le caratteristiche peculiari, l’areale di crescita e il suo trofismo lo rendono facilmente determinabile. Seppur talvolta a terra e sebbene condividano carne fibrosa e struttura eterogenea, la confusione con il genere Amanita risulta pressoché impossibile, data la tipica tomentosità del cappello e il colore delle spore in massa, rosa in Volvariella e bianco in Amanita.
Leonardo Giuliani