
L’articolo del mese: Amanita ovoidea
Amanita ovoidea (Bull.) Link
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Amanitina
Sezione Roanokenses

L’ Amanita ovoidea, volgarmente conosciuta come “Farinaccio” o Ovolo bianco, è un bel fungo di grandi dimensioni, assai vistoso, di colore bianco avorio. Il cappello può raggiungere i 30 cm di diametro, è massiccio, carnoso, prima emisferico poi convesso, a maturità piano-depresso, mai striato al bordo. La superficie pileica è sempre liscia, priva di residui di velo generale. La parte fertile del fungo (imenoforo) è formata da lamelle di colore bianco crema con riflessi crema-rosati a maturità, libere o appena inserite sullo stipite con un dentino, fitte, sottili, intercalate da numerose lamellule tronche.

Il gambo è robusto, slanciato, cilindrico e mai bulboso alla base, pieno, sodo e carnoso, bianco con superficie percorsa da fini fiocchi cremosi biancastri che svaniscono man mano con la crescita del fungo.
Il vero spettacolo che offre questa Amanita è indubbiamente la morfologia del velo parziale. L’anello, infatti, si manifesta tipicamente cremoso, evanescente e spesso dissociato in tanti piccoli fiocchi soffici, simili come consistenza alla panna montata. Rimane sovente attaccato al margine del cappello dove forma drappi e festoni che conferiscono a questo fungo un aspetto davvero unico.

La volva è sacciforme, membranacea, spessa, sempre di colore bianco o, negli esemplari più vecchi, con leggerissime tonalità giallo ocracee. Questo è il carattere che principalmente ci consente di distinguerla dalla simile Amanita proxima, che cresce nello stesso ambiente, ma la cui volva è invece di color arancio ocra fin da giovane.
La carne è soda, abbondante, bianca ed immutabile. Il sapore è dolciastro e gradevole al primo impatto, ma poi disgustoso. L’odore è tipico, ma molto soggettivo come interpretazione; alcuni autori lo definiscono di urina di cavallo, altri “salmastro”, di “acqua di porto” molto forte e persistente. Altri ancora di “chiuso” come l’interno di un cassetto di un vecchio mobile tenuto in cantina.

È una specie termofila che predilige ambienti tipici della macchia mediterranea e dei boschi litoranei, su terreni sabbiosi e calcarei. La stagione di crescita va dal primo autunno fino all’inizio dell’inverno.
La commestibilità di questo fungo è piuttosto controversa.
In alcuni testi gli autori la ritengono commestibile seppur scadente. In tempi piuttosto recenti si sono verificati alcuni casi di intossicazione con sindromi nefrotossiche ad essa ascritti ma che potrebbero essere riconducibili, secondo diversi micologi alla, citata, simile A. proxima. Infine, trattandosi di un’Amanita bianca, anche se alcuni caratteri morfologici risultano inconfondibili, c’è il rischio, specialmente per i non esperti, di confusione con A. verna, A. virosa, A. phalloides var. alba, tutte velenose mortali e con le non commestibili A. gracilior, A. echinocephala, A. strobiliformis.
Quanto esposto sopra, pertanto, ci porta a diffidare di questa specie e a sconsigliarne vivamente il consumo.
Gabriele Bortolami
